TESTO E FOTO DI

Emilio Bonavita

Perdersi nel labirintico Palazzo di Cnosso



A Creta, tra la leggenda del Minotauro e il mito di Atlantide

Creta è la maggiore tra le isole della Grecia, gioiello del Mediterraneo con spiagge candide bagnate da un mare azzurrissimo e caldo. Ma visitare Creta non è soltanto mare e relax, perché l’isola è anche una fonte ricchissima di tesori archeologici e culturali, capaci di attirare turisti da tutto il mondo e di catturare l’attenzione di studiosi e pubblico per il mistero che circonda ancora la famosa civiltà minoica, meravigliosamente sospesa tra mito e realtà. Il nome stesso con cui conosciamo tale cultura deriva dal nome del mitico re di Creta Minosse, la cui realtà storica è ben lontana dall’essere dimostrata.  Il nome di ”Minoici” fu scelto dall’uomo che all’inizio del ’900 iniziò a scavare sul sito di Cnosso e riportò alla luce una civiltà fino ad allora completamente sconosciuta. Quell’uomo era l’inglese Arthur Evans, amante dei poemi omerici e ammiratore del tedesco Schliemann scopritore dei resti della città di Troia.

Caratteristica di questa ricca e progredita civiltà è stata la costruzione di grandi palazzi, tra cui il più famoso e meglio conservato è quello di Cnosso. Il palazzo di Cnosso sorge sulle alture di Kefala, a 5 km dal centro di Heraklion, la capitale di Creta, ed è facilmente raggiungibile sia prendendo uno dei numerosi taxi che affollano il porto, sia usufruendo di un autobus che collega il porto di Heraklion con Cnosso.

Arrivati al sito, si resta colpiti dalla grande estensione delle rovine: lo spazio abitativo dell’enorme complesso comprendeva infatti un’area di circa 22.000 m² con gli alloggi del re, della regina e dei funzionari amministrativi, sale per il culto e per i ricevimenti. Erano circa 1.300 stanze distribuite su cinque piani collegate tra loro attraverso scale, corridoi e porticati, a pianta molto intricata, ove si stima potessero essere alloggiate circa 12.000 persone. Così nel corso della visita si ripercorrono quei corridoi, quelle scale e quei cortili, perdendo “il filo” del percorso più volte! Infatti nel palazzo non si ravvisa nessuna simmetria, ma si accede ad una corte centrale circondata da numerose stanze e intricati corridoi in cui non a caso si può ravvisare la leggenda del labirinto del Minotauro. Questo mito greco narra che il labirinto fu progettato dall’architetto ateniese Dedalo aiutato dal figlio Icaro. Il labirinto era stato commissionato dal Re di Creta, Minosse, per rinchiudervi il mostruoso Minotauro, dal corpo umano e testa taurina, nato dall’unione della moglie del re, Pasifae, con il bianchissimo toro inviato al re da Poseidone affinché fosse sacrificato in suo nome. Minosse, però, vedendo la magnificenza dell'animale, aveva deciso di tenerlo per le sue mandrie e fu per questo punito da Poseidone che fece, innamorare sua moglie del toro.  Da questa unione mostruosa nacque appunto il Minotauro.

Nel lungo e intricato cammino tra i resti del palazzo, ci si ferma ammirati a guardare i porticati con le colonne rosse, fatte ridipingere da Evans per ricreare l’effetto originale, e i numerosi bellissimi affreschi, che pur in copie (gli originali sono stati trasportati al museo archeologico di Heraklion) danno una forte impressione di realtà e fanno davvero rivivere i fasti dell’epoca dei minoici. Le pareti del palazzo infatti erano affrescate e decorate con immagini di animali, piante e figure umane. La raffinatezza estetica dei cretesi è ben evidente in questi affreschi: pur tenendo conto del restauro non proprio rigoroso di Evans e delle ardite ricostruzioni effettuate a partire da piccoli frammenti di affreschi, le figure destinate a ornare le pareti del palazzo di Cnosso ci rivelano ancora oggi, dopo millenni, l’eleganza dei minoici. In particolare gli abiti delle donne erano caratterizzati da una vivace policromia e apparivano particolarmente sensuali per la caratteristica di lasciare scoperto il seno, sostenuto da un elegante corpetto ed entrambi i sessi adoravano ornarsi con bracciali e collane. La moda minoica inoltre prediligeva capelli lunghi e ondulati sia per gli uomini che per le donne.  

Uno dei punti da cui il turista è particolarmente attratto è la sala del trono, con i suoi fregi e affreschi di colore rosso, ma affascinanti sono anche i bagni degli appartamenti della regina, dotati di canalizzazioni sotterranee, fogne, canali di scarico, acqua calda sempre disponibile, oltre alla presenza delle bellissime decorazioni con delfini azzurri. Tuttavia la scena in cui viene espressa maggiore intensità realistica è quella dell’affresco del toro con le corna pronte a colpire, fremente di vitalità, che si ricollega al noto culto dei tori presente a Creta.

L’alone di mistero su questa civiltà si infittisce quando si prende in considerazione la sua fine. Infatti tra il 1450 e il 1400 a.C.  i grandi palazzi cretesi furono distrutti e, insieme a essi, scomparve la straordinaria civiltà minoica. Tante sono le ipotesi formulate al riguardo ma nessuna risposta certa consente di chiudere definitivamente le questione. Alcuni chiamano in causa un maremoto causato dall’eruzione di Santorini. E’ estremamente suggestiva la tesi che il mito di Atlantide trovi la sua collocazione reale proprio in questa splendida civiltà, poi così drammaticamente scomparsa.

 

 

 


AREA

Archivio »

L'ANGOLO DELLA POESIA

Archivio »

RICETTA

Archivio »

ALTRI ARTICOLI

N°41

aprile 2024

EDITORIALE

     ...  continua »

 
 
 
 
 
 
ArchivioCONSULTA TUTTO »

 

OmnisMagazine n°44
» Consulta indice