TESTO E FOTO DI

Pamela Polvani

Tenerife e le sue leggende



Tenerife: una piccola isola nell'atlantico che emerge di fronte alle coste del Marocco. 

Forse la prima isola turisticizzata oltre 60 anni fa, fra quelle che compongono l'arcipelago delle Canarie: Gran Canaria, Lanzarote, Fuerteventura, La Gomera, La Palma, El Hierro.

La leggenda racconta di un’ottava isola che però solo raramente emerge per scomparire subito dopo.

 

Una terra generosa di storia, di varietà di paesaggi, di colori e profumi, dove la natura offre spettacoli variegati.

Di Tenerife si può raccontare di tutto: se ne possono apprezzare l'aspetto e l'offerta turistica; si può osservare come per la particolarità climatica sia diventata una delle mete elette dagli europei (specie inglesi e tedeschi), che ne hanno fatto la preferita fra le destinazioni ove stabilirsi per gli anni del post lavoro (non chiamiamolo pensione per carità!). 

 

Si possono apprezzare le tradizioni gastronomiche: una cucina semplice, leggera e povera che richiama quella spagnola andalusa con la quale ha in comune piatti quale il chuleton e i pimentos, il pescado a la plancha accompagnato da verdura fresca.

Su ogni tavola sono immancabili le papas arrugadas con mojo cioè patate lessate in acqua salatissima (tradizionalmente per cuocerle si usava l'acqua di mare) accompagnate da salse coloratissime a base principalmente di peperone o basilico.

 

Tenerife è altresì una delle terre che coltiva e immette sul mercato la gran parte di aloe consumata al mondo, sia piante sia prodotti, nelle più svariate applicazioni di fitocosmetica.

 

Tenerife è mare ovviamente. Non tanto spiagge: ce n'è una sola, di dorata sabbia. Ma è uno storico fake! La sabbia fu fatta portare dal Sahara intorno agli anni '40 del secolo scorso, per gratificare i soggiorni del generale Francisco Franco, allora caudillo di Spagna.

 

Le altre spiagge sono nere e lucentissime per la presenza di ferro. Spesso sono strette calette o terminano in porticcioli balneabili. In tutte si trova sempre un punto di ristoro: dal classico chiringuito al ristorante degno di chef stellati. Specialmente sulla Costa nord, dove le scogliere sono alte e cadono a picco verso le acque, sono collocati su un punto panoramico dove lo sguardo spazia nell'infinito verso le altre isole, o giù, dove la marea in pochi minuti mangia letteralmente la spiaggia.

 

Una natura multiforme, mutevole, che dai colori del mare man mano che ci si rivolge verso l'entroterra, assume altri aspetti: prima le pinete, poi le foreste rigogliose. 

Mentre si sale si incontrano vegetazioni più basse e rade che scompaiono per fare posto a paesaggi lunari, sassi e pietre, rocce scolpite dal vento, che prendono colori e forme a seconda dell'altitudine e della loro composizione.

È lì che svetta il Teide, il gigante silenzioso, maestoso e fiero nei suoi quasi 3600 metri di altitudine. Un vulcano quiescente, ma che fa percepire la sua presenza viva, il magnetismo che fisicamente si fa concreto e che per alcuni è la spiegazione di numerosi avvistamenti di UFO.

Nel silenzio rotto solo dal vento che circonda il Teide si fa udire una voce che narra la storia dei Guanci, il popolo che ha abitato l'isola dalle origini Atlantidee fino alla fine del 1400, una popolazione che era rimasta lontana dalla civiltà e che viveva ancora nelle caverne quando il resto dell'umanità della vicina Europa tendeva al Rinascimento e all'illuminismo. Ritirati verso l'interno e timorosi di affrontare il mare, furono facile conquista per gli spagnoli.

Si racconta ancora che da qui nel 1492 passò Cristoforo Colombo che ne fece l'ultimo porto toccato prima della traversata Atlantica verso il nuovo continente.

 

Quest'isola, insieme a Gran Canaria, recentemente è stata devastata da una serie di incendi che hanno richiesto oltre una settimana di tempo per essere domati.  Non ha però perso la sua maestosa, attrattiva magia.

 

 

 


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