TESTO DI

A.P

FOTO DI

FONDAZIONE DOZZA

Dozza, piccola polis dell'arte



E’ calato il sipario per la XXVII Biennale del Muro Dipinto di Dozza. Complice un clima davvero ideale e un cartellone di eventi e attività ricco e variegato, i turisti e gli appassionati d’arte hanno letteralmente affollato Dozza durante tutta la settimana del Muro.

“Siamo molto soddisfatti per i risultati di questa XXVII Biennale del Muro Dipinto – spiega la Presidente della Fondazione Dozza Città D’Arte, Simonetta Mingazzini. Quella che si è chiusa domenica, con il borgo di Dozza letteralmente affollato di turisti, è stata un’edizione particolarmente ricca dal punto di vista dell’offerta complessiva. Si tratta, indubbiamente, del successo di un grande lavoro corale fra la Fondazione Dozza Città d’arte, l’amministrazione comunale e il prezioso contributo di tante associazioni e tantissimi volontari: una sinergia vincente che ha permesso di dare vita ad una grande settimana all’insegna dell’arte. Nella giornata di chiusura della Biennale, Dozza era davvero piena di turisti: è stato il coronamento di un sogno nato nel 2014 quando ha preso il via questa gestione. In passato la Rocca era decisamente meno valorizzata e il nostro obiettivo era quella di renderla un luogo vivo e ricco di attività: ieri ho visto questo sogno tramutarsi in realtà. L’obiettivo ora è quello di continuare a impegnarsi per sviluppare la presenza dei turisti in ogni periodo dell’anno. Penso che questa Biennale dimostri che siamo sulla strada buona”.

 

Il commento della Commissione Inviti

Di altissimo livello, naturalmente, la proposta artistica: le opere realizzate dagli artisti selezionati dalla Commissione Inviti rappresentano una preziosa aggiunta al museo a cielo aperto che si dipana per le vie e sui muri di Dozza e Toscanella: “Quest’edizione della Biennale del Muro Dipinto – spiega Claudio Spadoni, storico dell’arte, docente dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e membro della Commissione Inviti - ha presentato una gamma di proposte molto interessanti: si va dal recupero di motivi locali a tematiche d’attualità, fino ad interventi ancor più proiettati nel mondo dell’arte attuale come l’opera di Flavio Favelli. Abbiamo ospitato presenze di grande prestigio che confermano l’attrattiva che il Muro Dipinto continua a esercitare anche oggi, sulla scia dei grandi nomi che, in passato, si sono cimentati sui muri di Dozza. Quello che mi ha colpito maggiormente, tuttavia, è stato l’aspetto umano e sociale di questa manifestazione: ho visto crearsi situazioni e rapporti impensabili in luoghi più convenzionali dell’operare artistico. Sono nate amicizie fra persone che non si conoscevano, quasi una rarità in un ambiente caratterizzato da una forte concorrenza. Invece, in questo piccolo centro ai piedi dell’Appennino, si è sviluppata un’atmosfera accogliente e quasi familiare che ha coinvolto tutti: dagli artisti, agli organizzatori, al pubblico, coinvolto e partecipe come di rado mi è accaduto di vedere in altre manifestazioni”

Un giudizio marcatamente positivo a cui fa eco quello della critica d’arte e giornalista Sabina Ghinassi, anch’essa membro della Commissione Inviti: “Le tante voci differenti trovano qui a Dozza un eccezionale equilibrio: il borgo diventa teatro di una polifonia dove le individualità, unite fra loro, funzionano in modo straordinario. È questo l’aspetto straordinario della Biennale di quest’anno: artisti con temperamenti, linguaggi, sensibilità profondamente diverse che, nonostante le “distanze”, sono riusciti a dare vita a un racconto armonico rafforzando l’immagine di Dozza come piccola polis ideale grazie all’arte”.

 

 

 


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