Mussolini e la ferrovia Rimini - San Marino



La Repubblica di San Marino fino ai primi decenni del 1900 ha avuto seri problemi con i trasporti da e verso l’Italia.

Le strade erano impervie, lunghe e tortuose e la strada più comoda per raggiungere l’Italia era quella che attraversava il castello di Acquaviva, andandosi a immettere nella attuale statale Marecchiese, vicino al confine tra le province di Pesaro e dell’allora Forlì. 

Il servizio pubblico prima era svolto da carrozze trainate da cavalli, evoluto poi  timidamente con un servizio di auto.

 

Già nel 1901 però, nella piccola Repubblica si iniziò a discutere di un collegamento tramite ferrovia.

Prima ancora della Rimini - San Marino, l’attenzione delle autorità si rivolse alla costruzione della linea Sant’Arcangelo – Urbino, che si ritenne avesse consentito un buon collegamento con la Repubblica, tramite la costruzione di due stazioni: una a Torello sul fiume Marecchia e l’altra a Montegrimano sul fiume Conca. (1)

Però è nel 1926, che si compie un avvenimento destinato a stravolgere i destini di San Marino e le idee iniziali dei suoi governanti.

Questo momento particolarmente determinante per lo sviluppo del territorio sammarinese, anche e soprattutto dal punto di vista della sua vocazione turistica è così descritto in un articolo apparso sul n°5 del maggio 1932 nella rivista Opere Pubbliche, rassegna mensile illustrata: “ Verso il mezzodì del giorno 17 agosto 1926 Benito  Mussolini, pilotando personalmente la sua automobile, giungeva improvvisamente ed inaspettatamente da Riccione a San Marino.

Tra l’esultanza del popolo disse al Segretario di Stato che non si affrettava per degnamente riceverlo : - qui non sono il primo Ministro del Governo d’Italia, sono semplicemente un Italiano che deplora di non aver visitato mai la vostra antica Repubblica.-

 

Una versione diversa viene fornita dal quotidiano Corriere Adriatico L’ordine,  di Ancona nel n°263 del settembre 1926: “Il Segretario per gli Affari Esteri, Avv. Giuliano Gozi, - così si legge – nel colloquio avuto a Palazzo Chigi con S.E. Benito Mussolini nell’occasione della stipulazione del trattato sulla Caccia, in cui erano presenti  anche l’Incaricato straordinario d’affari  Conte Angelo Manzoni Borghesi e il Cancelliere di Segreteria Federico Gozi da una parte, S.E. Grandi, S.E. Bordonaro, S.E. Scandicchi e il Marchese Paolucci De Carboli Barone dall’altra, ebbe modo d’intrattenere il capo del Governo Italiano sulla necessità d’allacciare San Marino alla grande linea litoranea con mezzi di comunicazione più rapidi e più comodi di quelli attuali.

S.E. Mussolini rimase convinto di tale necessità e se ne interessò tanto d’autorizzare il Segretario agli esteri ad inviare e Lui direttamente un pro memoria sulle attuali condizioni dei trasporti da e per la Repubblica e sulle maniere possibili previste per migliorarle.

Durante la Sua venuta a San Marino, il successivo 17 agosto u.s., S.E. Mussolini si compiacque di manifestare spontaneamente al Segretario Gozi l’ottima impressione ricevuta circa la manutenzione delle strade e, richiamandosi al precedente colloquio, di aver rilevato che era possibilissima anche la costruzione di una linea elettrica per Serravalle. Maggiormente confortato da tali parole, il Segretario degli Esteri, Avv. Giuliano Gozi, in data 9 settembre corrente inviò personalmente al Primo Ministro di S.M. il Re d’Italia il già richiestogli Memoriale dove vennero esposte le attuali condizioni dei trasporti, i motivi per cui si rende necessario per migliorarli con le varie possibilità di miglioramento, e si concluse per la più gradita ed efficace soluzione di congiungere San Marino con Rimini, via Serravalle, attraverso una linea preferibilmente a trazione elettrica.Sul tardo pomeriggio, dalla Fratta, la seconda delle tre penne del Titano, Il Duce contemplava la sua Romagna ed il mare. Ad un tratto riferendosi ai precedenti colloqui avuti con S.E. Giuliano Gozi in Roma, il giovane Segretario di Stato che l’accompagnava, sui mezzi di comunicazione in Repubblica, usci a dire indicando col braccio la pianura sottostante: - qui una ferrovia potrebbe benissimo arrivare fino a Serravalle.-

Al che rispose S.E. Giuliano Gozi accennando un diplomatico e lieve sorriso: - ma se V.E. vorrà, la ferrovia potrà arrivare fino a San Marino.-

Il Duce osservò attentamente il Segretario di Stato  e soggiunse secco: - ed allora voglio che la ferrovia elettrica arrivi fino a San Marino.-“

 

Fu così firmata una convenzione il 26 marzo 1927 “ tra la Repubblica di San Marino ed il Regno d’Italia per la costruzione e l’esercizio di una ferrovia elettrica San Marino – Rimini e per l’impianto e l’esercizio di una stazione radio telefonica nel territorio di questa Repubblica” ripresa nel 1953.

L’Italia fascista finanziò la costruzione della linea ferroviaria anche a nel territorio sammarinese, ma un esame attento della convenzione porta alla considerazione che il <> del Duce altro non è stato  che una contropartita a rinunce sammarinesi, ribadite nel 1953, poiché l’elemento di fondo resta comune: San Marino rinuncia all’esercizio ad autonomi mezzi di comunicazione  come contropartita alla costruzione  e ricostruzione della ferrovia.

All’art.2, infatti, si legge che: “Il Governo della Repubblica di San Marino, dal canto suo, per dare al Governo Italiano una prova di fiducia e di amicizia, accorda al regio Governo d’Italia,  per la durata di dieci anni dalla data della presente Convenzione, la facoltà esclusiva di provvedere , tanto direttamente che per il tramite di concessionari e secondo le altre modalità che esso riterrà più opportune, all’impianto ed all’esercizio, nel territorio dello Stato di San Marino, di una stazione radio telefonica trasmittente destinata al servizio di radio audizione circolare, ed anche di altre stazioni radio elettriche nel caso che ciò apparisse conveniente ….”

 

Mussolini tornò in Repubblica di San Marino senza preavviso il 25 settembre 1930, per rendersi conto di persona sullo stato d’avanzamento dei lavori ferroviari.

La visita è fonte di notizia ne il Popolo d’Italia di Milano,  numero del 1°ottobre 1930:

“Ieri alle ore 16, il Capo del Governo, che pilotava la sua macchina, giungeva improvvisamente a Rimini dove subito si incontrava nelle vicinanze dell’Arco d’Augusto con il Podestà comm. Pietro Palloni, con l’avv. Carlo Clerici, segretario politico del Fascio, e con dirigenti la società che ha in appalto i lavori della nuova ferrovia Rimini – San Marino.

Il Duce, accompagnato dalle predette autorità si recava a visitare i lavori interessandosi vivamente e rallegrandosi per il loro andamento. 

Prima di Serravalle, in località Ponte – Mellini, il Duce è disceso dall’automobile per incamminarsi lungo la ferrovia. Dopo aver ammirato la moderna ed ardita gettata di due ponti, il Duce ha voluto conoscere in ogni particolare il progetto tecnico e lo sviluppo delle opere in corso. Quindi si è fatto consegnare alcuni disegni, soffermandosi ad esaminarli.

 

Intanto molti operai e contadini si erano adunati intorno al Capo del Governo, per dimostrargli la loro devozione e simpatia.

Mussolini si è compiaciuto per i progressi conseguiti in brevissimo tempo  in un terreno così difficile ed ha dichiarato che la ferrovia venga posta in attività il 21 aprile 1932.”

 

La linea ferroviaria venne inaugurata il 12 giugno 1932 e da quel momento San Marino si trovò a sviluppare la sua vocazione turistica con grande soddisfazione, visti gli ottimi risultati di comunicazione e collegamento che questa infrastruttura le permetteva di ottenere.

La ferrovia, poi, subì grossi danni con il bombardamento del 26 giugno 1944 e fu centrata in pieno dagli ordigni degli alleati tra Valdragone e Domagnano. (4)  L’ultima corsa pare vi sia stata l’11 luglio 1944 quando vennero trasportati degli sfollati da Rimini.

 

Mussolini a San Marino vi è stato tre volte, tutte come capo del governo fascista, due per la costruzione della linea ferroviaria elettrica che ha poi collegato Rimini con l’antica Repubblica ed una il 24 giugno 1941, quando ha visitato l’Ospedale della Misericordia.

San Marino confermava in quel momento, ammesso che ancora ce ne fosse bisogno e benché la prova più grande dovesse succedere da lì a poco,  la propria vocazione all’ospitalità ed alla generosità verso le persone in difficoltà, tant’è che Mussolini parlando con i feriti di guerra italiani lì ricoverati, ricordò loro di non dimenticare la solidarietà  offerta dalla Repubblica di San Marino.

 

 


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