TESTO E FOTO DI

Fabrizio Salce

CARNIA, l’altra montagna



Una passeggiata in totale solitudine e relax, una fetta di prosciutto di qualità, una pedalata in quota; oppure una sciata invernale, un piatto di polenta e funghi, una lezione di cucito, una carezza ad una capretta e il profumo del legno. Un fine settimana in malga dove si producono formaggi d’alpeggio, un’esperienza in un rifugio, qualche giorno o una lunga vacanza. Eccomi qui, in un altro angolo della mia bella Italia, in un’altra regione, in un’altra montagna dove tutto questo è possibile. Mi trovo in Friuli nel comprensorio territoriale della Carnia, non è la prima volta che ci vengo ma per conoscere bene questa terra bisogna tornarci in più occasioni. Farò base nel paese di Sutrio, alloggerò all’albergo diffuso. Questa soluzione di ricezione turistica, l’albergo diffuso, è nata proprio qui anni fa con il preciso intento di mettere in rete una serie di unità abitative facenti capo ad un’unica reception. In questo modo molti privati hanno la possibilità di affittare le loro abitazioni ai turisti offrendo valide soluzioni sia per i piccoli nuclei famigliari che per i gruppi con più persone. Per le colazioni ci sono diversi locali del posto convenzionati e non mancano le soluzioni abitative per i disabili. E’ una buona idea che negli anni si è sviluppata maggiormente e che si è rivelata spunto ottimale per analoghe iniziative in altre località.

Sutrio è un borgo situato a 565 metri di altezza ricco di storia e tradizioni. Ha due frazioni, Priola e Noiaris e poco più di mille abitanti. Siamo al confine con l’Austria ai piedi del celebre Monte Zocolan, 1750 metri, un importante centro per gli sport invernali. Ma diverse sono le vette nella zona che meritano di essere conosciute e vissute in solitudine o accompagnati da guide esperte. Questo mio soggiorno carnico mi farà incontrare piacevoli situazioni che abbracceranno i sapori, il territorio, le malghe, i rifugi, le feste tradizionali: sono sicuro che saranno giornate fantastiche.

Sono arrivato a metà pomeriggio, ho viaggiato per 6 ore e non ho pranzato. Dopo aver preso alloggio, il personale della reception è gentilissimo, raggiungo l’enoteca prosciutteria “Il Marangon” che in lingua locale, un derivato dal Ladino significa il falegname. Qui trovo i giovani Filippo Della Pietra e Stefania De Conti che mi preparano un delizioso tagliere con prosciutti e formaggi locali tra i quali il “Formadi Frant”; annaffio il tutto con della Malvasia Secca della cantine Ermacora di Ipplis di Premariacco (UD). Intanto arriva il tramonto sulle montagne, mi godo il momento e penso che è meglio riposare, domani ci saranno tante cose belle da vedere.

Mi alzo di buon ora e in compagnia di Enzo Marsilio, consigliere regionale, vado a visitare il caseificio sociale Alto But di Sutrio. Qui si lavora il latte raccolto sul territorio e si produce un formaggio tipico locale chiamato proprio Alto But e lo si trova di 6 mesi ma anche stagionato fino a 36 mesi. Incontro il casaro, Villiam Silverio, che oltre a farmi visitare la struttura produttiva mi fa conoscere un altro loro formaggio: un erborinato molto interessante chiamato “Pastorut” (pastorello) e la ricotta affumicata. Presso lo spaccio del caseificio si possono acquistare moltissimi prodotti tipici come il frico, le confetture, il miele, i dolci, le paste, le erbe di montagna sott’aceto e i celebri cjarson straordinari interpreti della cucina friulana di cui parlerò più avanti.

Non lontano dal caseificio trovo la stalla di Franco Cortari. No, non parlo di mucche ma di splendide caprette, circa 90 capi di razza camosciata alpina. Quanto ci arrivo è in corso la mungitura. Adoro questi animali così come amo il loro latte e i formaggi che ne si producono. Mi regalo qualche minuto di pura fanciullezza giocando con le più piccine. E’ ora dell’aperitivo e a Sutrio tra i vari locali c’è “L’Ostarie da Alvise – cjamares e cusines”. I gestori sono i famigliari di Filippo del Marangon e ad offrirmi un buon vino Friulano con formaggi di alpeggio e salame artigianale è suo fratello Alvise. Subito dopo pranzo una visita a Sutrio mentre fervono i preparativi per la festa “Magia del Legno” evento che va in scena la prima domenica del mese di settembre. Il legno è nel dna della gente di Carnia e sono consapevole che potrò godermi una manifestazione davvero speciale: ma tutto a suo tempo.

Nel pomeriggio mi aspetta Chiara Selenati una blogger con la passione per la pasticceria, in particolare quella francese, e la cucina tipica di qui per raccontarmi e farmi vedere come si preparano i cjarson. In realtà i cjarson sono talmente tipici e popolari su questa terra che ogni famiglia ha la sua ricetta privata. E’ una pasta ripiena e come tale, succede anche in altre regioni, ognuno un tempo usava ciò che aveva a disposizione; ecco perché non esiste una vera ricetta ufficiale. In Carnia non si esclude che la loro origine derivi dai vecchi venditori ambulanti di spezie, i Cramars, che raggiungevano i paesi germanici con sulle spalle una sorta di cassettiera contenente le varie merci. Al rientro l’invenduto veniva usato per preparare i cjarson. Storia, leggenda, comunque romanticismo e forse nostalgia per un tempo che non tornerà più.

Mi congedo da Chiara e vado in frazione Priola dove c’è l’agriturismo Naunal. Mi fermerò per cena ma prima mi godo una bellissima mostra micologica ricca di moltissime specie preparata da Maurizio, il titolare, grande conoscitore e raccoglitore di funghi. Qui si può soggiornare e mangiare i piatti della tradizione preparati con le erbe officinali del territorio, con i funghi della montagna, ma anche lo strudel, il succo e l’aceto di mele fatto con frutti di antiche varietà. I salumi e i formaggi, il frico, i cjarson, la pasta e fagioli, l’orzo. Ci sono i conigli, le capre, le pecore, gli asini, le galline, le faraone, le  oche, i vitelli, i maiali e tanto altro. L’atmosfera è calda e accogliente, alle pareti trovate i rami, le maschere di legno, reperti bellici, musicali, automobilistici, oggetti antichi e cose vecchie ma tutto posizionato con cura e buon gusto.

Il giorno dopo mi attende la bellezza di queste montagne, di questo comprensorio vasto e ricco di anfratti naturalistici straordinari. Mi accompagna Silvio Ortis guida e conoscitore esperto di queste vette. Silvio mi racconta di tutto, sentieri, piante, fiori, storia e paesaggio. Qui potete godervi ogni situazioni, trekking, bike, gastronomia, solitudine, relax, pace e benessere. Attraverso alcune località, Cercivento, Ravascletto, scatto foto, vedo le abitazioni tipiche ma anche le tante offese dal tremendo terremoto del 1976. Ero ragazzino quando successe e la gente friulana dimostrò con la propria forza di essere unica, un orgoglio d’Italia. Molte le ristrutturazioni che oggi rendono bellissimi questi luoghi. Mi godo l’aria, i fiori, saliamo più in su sui sentieri dove il silenzio della montagna ti abbraccia e ti coccola. Vedo le postazioni dei cannoni della prima guerra mondiale, ciclisti appassionati che sudano per salire, gruppi di turisti amanti della natura e passeggiatori solitari. Arriviamo al rifugio Chiadinas a Comeglians sulla panoramica delle vette del Monte Crostis. Il Rifugio è a 1934 metri, tra le pieghe delle verdi dorsali, a un passo dalla cima, ed è circondato da fioriture profumate e dalle simpatiche marmotte. Patrizia e Martina mi fanno assaggiare i formaggi e gli affettati, ma anche delle deliziose cipolle preparate alla loro maniera che non vi di dico, andateci di persona, e le torte salate di verdure degli orti di montagna. Succo di mela o vino rosso, restare per una pausa e per qualche giorno a voi la scelta.

Ci salutiamo, anche se non vorrei più venire via, e con Silvio si prosegue alla conquista del Monte Zoncolan a 1750 metri. Durante l’inverno qui si scia alla grande ma nella stagione estiva è un piacere per gli occhi e per le gambe. Percorsi meravigliosi e salite da brividi per le biciclette. Sulla strada che scende verso Sutrio potete trovare diverse strutture dove soggiornare basta chiedere alla reception dell’albergo diffuso, sono tutte ottime offrono validi servizi. Prima di rientrate a Sutrio scendo di qualche metro e vado a visitare la malga Pozof posizionata proprio sotto la vetta dello Zoncolan. E’ gestita dalla famiglia Gortani, hanno mucche di razza bruna, la mia preferita, e producono formaggi, burro e ricotta affumicata. Ci sono molti animali e il posto è un vero paradiso per i bambini. Ci trovo molti turisti che si godono l’ambiente e i loro prodotti abbinati all’immancabile polenta. Veniteci, portate i vostri bimbi, fategli scoprire la montagna ve ne saranno grati a vita.

E tempo di tornare a valle. Per cena un’altra sorpresa mi attende. Mi reco infatti alla trattoria “Alle Trote”, un altro luogo in cui si può non solo mangiare ma anche pernottare. Loro sono allevatori di trote e la mia cena non può che essere deliziata da piatti a base del buon pesce d’acqua dolce. Inizio con un carpaccio di trota, poi dei tortelli ripieni di trota e a ruota un bel filetto di trota con patate e olive taggiasche. Il locale è molto bello, caldo e accogliente, le ragazze che servono sono graziose e gentili, mi piace molto e mangio bene.

Il giorno seguente è tempo di legno, anzi della “Magia del legno”. Sutrio viene raggiunta da migliaia di persone per l’occasione e c’è una piacevole aria di festa; ad ogni angolo del paese gli artigiani, maestri intagliatori del legno esibiscono le loro opere d’arte. Statue, sculture, maschere, attrezzi, c’è veramente di tutto e di ottima fattezza. Non mancano i punti di ristoro con la polenta fumante e i vari accompagnamenti, costumi tipici indossati dalle donne e dagli uomini del posto e,  cosa bellissima, le signore che insegnano alle bambine l’arte del ricamo: vederle è un’emozione grande. E’ una bella festa ed è solo una delle tante che durante l’anno vanno in scena qui. C’è poi quella della prima domenica di Marzo: “Fums, profumus, salums” ovvero la tradizione norcina in Carnia. La prima domenica di giugno la festa dedicata ai cjarsons, mentre l’ultima di luglio c’è quella dei covoni di fieno: “Fasin la mede”. Si arriva poi ad ottobre con “Farine di Flor” ossia mulini, farine e delizie della Carnia, e poi a Natale con i Presepi.

A pranzo scelgo di mangiare dalla Denise De Reggi, al MR. Zoncolan dove mi rifocillo con ricette molto piacevoli: ravioli di patate e funghi, crespelle al pastorut, polenta con cervo e frico…mi tengo leggero!

Devo rientrare a casa, questa mia nuova esperienza in Carnia è terminata. Ci ero già stato, ci sono tornato e voglio assolutamente ritornare ancora, c’è ancora molto da scoprire e di cui scrivere, grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno aiutato in queste giornate e, forse sarà l’età, o forse una grande verità ma ricordate gente che l’Italia è bellissima: impariamo ad amarla.

 

 


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