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Roberto Zalambani

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Quarant'anni fa l'assassinio di Vittorio Bachelet



Il 12 febbraio 1980, al termine di una lezione, mentre conversava con la sua assistente Rosy Bindi, in cima alla scalinata che porta al piano rialzato della Sapienza di Roma, il professor Vittorio Bachelet veniva ucciso in modo brutale da due giovanissimi brigatisti, un ragazzo e una ragazza.

Vice di Sandro Pertini nel Consiglio Superiore della Magistratura, era socio dell'Associazione Ucsi-Lazio alla quale si era iscritto in qualità di condirettore di Ricerca, periodico della Fuci. Amico di Aldo Moro e di Amintore Fanfani, era stato nominato da Papa Giovanni XXIII vice presidente nazionale dell'Azione Cattolica e poi Presidente da Paolo VI. Un altro Papa, Giovanni Paolo II, celebrò il 23 febbraio nella Basilica di San Pietro la Santa Messa di suffragio alla presenza di numerosi giornalisti dell'Ucsi insieme al Presidente dell'Associazione romana Bruno Olini.

I solenni funerali si erano svolti il 14 febbraio nella Chiesa romana di san Roberto Bellarmino.  Uno dei due figli, Giovanni, all' epoca venticinquenne, durante la Preghiera dei fedeli, disse, tra l'altro: "Vogliamo pregare anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri".

L' ultima presenza di Vittorio Bachelet alla vita associativa fu il 3 ottobre 1979 al dibattito organizzato dall'Ucsi Lazio presso la Civiltà Cattolica sul tema:" La droga in Italia".

La stessa Unione si rese interprete, in un comunicato stampa, del profondo sdegno dei giornalisti cattolici "per questo ulteriore barbaro assassinio compiuto dalle Brigate Rosse". "Questo nuovo atto terroristico - continuava la nota- mentre dimostra ancora una volta la cieca ed inumana inutilità di questi gesti criminali, non può non richiamare l'esigenza, più volte espressa dalla stampa, ed in particolare dai giornalisti cattolici, di una incessante vigilanza nel tentativo di estirpare definitivamente le assurde motivazioni che ispirano i mandanti".

 

 


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