TESTO E FOTO DI

Emilio Bonavita

Viaggio in Rajasthan



Viaggio in Rajasthan

 Il Rajasthan è la regione più monumentale dell’India, il favoloso e ricchissimo regno dei maharaja in cui sorgono, sontuosi e imponenti, i loro grandi palazzi ed è sicuramente una delle zone più amate e visitate dell’India intera. I monumenti del Rajasthan conquistano la mente e lo spirito di ogni viaggiatore, un’esperienza “magica” che lascia un profondo ricordo.  

La parola Rajasthan significa “Terra dei Re”, ed è davvero un nome appropriato per questa meravigliosa regione dell’India in cui sono conservate le più importanti vestigia del passato glorioso dei Maharaja. Maharaja, che in sanscrito significa "grande re", è l'antico titolo utilizzato dai i sovrani indiani e questo termine viene ancora adottato, anche ai giorni nostri, dai nobili indiani, seppur con un valore puramente simbolico vista la perdita del potere politico.

Il Rajasthan si trova a sud ovest della capitale New Delhi e confina con il Pakistan, con cui si divide il grande deserto del Thar. È una terra di giungla ma anche di deserti, di carovane di cammelli, di fortezze inespugnabili e palazzi da sogno, di magnifiche opere d’arte e di cultura vivacissima. Visitare il Rajasthan è compiere uno straordinario viaggio in un paese che conserva millenni di storia, di arte, di cultura; un’inebriante esplosione di colori con palazzi fiabeschi, forti storici, parchi, deserto e villaggi in cui la vita è rimasta ancorata al passato.  

Nei primi giorni di questo mese di novembre abbiamo intrapreso un viaggio che da Delhi ci ha portati in Rajasthan con soste nelle famose città colorate di Jodhpur, Udaipur, Jaipur ma anche in luoghi meno conosciuti  come Chittorgarh e Bundi e infine la città di Agra con il magnifico Taj Mahal. Un viaggio che è stato bello e affascinante ma anche a tratti sconvolgente; un viaggio che suscita forti emozioni, ma anche pensieri e riflessioni sulla cultura millenaria di questa terra e sulla sua ricchezza di contrasti.

Viaggiare in auto permette di  apprezzare in pieno la realtà della vita quotidiana di un paese e qui  in India la realtà è molto cruda: si va dalla ricchezza esagerata dei palazzi dei Maharaja alla miseria dei villaggi e delle periferie delle città. Per le strade c’è di tutto:  mucche, pecore, maiali, cammelli, uomini, donne, bambini che convivono tutto il giorno con  la sporcizia in cui razzolano  i vari animali, davanti alle case, ai poveri negozietti , agli sgangherati carretti su cui sono esposte in vendita grandi quantità di mele e banane.

La povertà è molto diffusa e dopo i primi giorni in cui l’impatto emotivo è stato molto forte, è subentrato un sentimento di accettazione, quasi fosse un elemento tipico dell’India, forse perché convive sempre con una grande dignità delle persone.  Abbiamo incrociato donne che portavano ceste in testa e bambini al collo con una eleganza regale nei loro coloratissimi sari, bambini scalzi, sporchi ma sorridenti, persone stese a dormire su letti di stracci, uomini con abiti consunti che portavano a pascolare la loro mucca. Abbiamo visto le vacche sacre mentre passeggiavano tranquille per i vicoli dei villaggi o ferme accanto ai carretti dei venditori di cibo di strada negli affollatissimi mercati o ancora sdraiate in mezzo alla strada tra autisti che zigzagavano per schivarle; scheletrici cani talora zoppi, scimmie che saltavano da un palazzo all’altro, cammelli che trasportavano carretti lungo le autostrade.

Un'altra caratteristica dell’India è il traffico indescrivibile che regna ovunque, senza alcuna regola, tra il rumore assordante dei clacson e l’assalto continuo dei motorini su cui viaggiano regolarmente tre o quattro persone, ma anche cinque se ci sono bambini.

L’ultima tappa del viaggio ci ha condotti fuori dal Rajasthan, ad Agra, per ammirare il favoloso Taj Mahal, che per molti è sinonimo di India: infatti il suo profilo, la sua cupola, i minareti e il colore bianco candido del suo marmo delineano un’immagine familiare che lo rende famoso in tutto il mondo. Il Taj Mahal è ritenuto il più grande monumento al mondo dedicato all’amore, riconosciuto dall’Unesco  come patrimonio dell’Umanità fin dal 1983.  Il Taj Mahal è un mausoleo di marmo bianco, costruito sulle sponde meridionali del fiume Yamuna, presso la città di Agra. La sua costruzione fu commissionata dal quinto imperatore moghul Shah Jahan per ospitarvi la tomba della terza moglie, molto amata, che morì all’età di 38 anni dando alla luce il loro quattordicesimo figlio. La costruzione iniziò nel 1632 e fu completata 22 anni dopo, grazie al lavoro di architetti, artisti e artigiani provenienti da tutto il mondo, soprattutto dalla Persia. Si dice che il progetto di Shah Jahan fosse quello di costruire, sull’altra sponda del fiume Yamuna, un edificio simile, di colore nero, che doveva diventare  la sua tomba. Tuttavia, subito dopo la fine della costruzione del Taj Mahal, Shah Jahan fu deposto dal figlio ed imprigionato in una delle torri del forte di Agra.

Nell’architettura del Taj Mahal tutto è studiato nei minimi dettagli per creare un effetto di grandezza ed armonia. L’opera è estremamente simmetrica e la ricerca della perfezione geometrica è evidente in ogni elemento, che sia esso un minareto, una nicchia, una balaustra o una cupola. Ma a colpire occhi e cuore  è anche la delicatezza dei colori, che cambiano a seconda dell’ora del giorno, la finezza dei materiali e la sobria eleganza che non viene mai sacrificata dall’immensità dell’opera.

In conclusione l’India e gli indiani ci hanno a volte profondamente attratto, altre volte respinto, ma di questo viaggio in una terra così unica resterà dentro di noi un indelebile ricordo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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