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Carni sane per la dieta e per l'ambiente

L'Associazione Carni Sostenibili pubblica un libro sull'economia del settore

Quanta carne mangiamo davvero a settimana, depurata degli scarti nel piatto e del “fine-vita” nella pattumiera? Quanta acqua occorre davvero per arrivare a produrre la mitica fettina? Quanto incide l’allevamento delle carni per uso alimentare sugli attuali mutamenti climatici?

Sono domande all’ordine del giorno tra chi vive con senso di responsabilità verso se stesso e verso il pianeta. Le risposte, però, sono le più varie, spesso antitetiche tra loro o motivate da ragioni che non hanno niente a che fare con la verità.

“La sostenibilità delle carni e dei salumi in Italia” è il titolo del volume edito da Franco Angeli con i contributi della nutrizionista Elisabetta Bernardi; del direttore dell’Osservatorio europeo per lo sviluppo sostenibile in agricoltura Ettore Carpi; dell’agronomo Giuseppe Pulina, noto esperto di etica della ricerca. Il libro è stato promosso dall’Associazione “carni sostenibili”, fondata da Assocarni, Assica e Unaitalia, che rappresentano tutte le filiere delle carni in Italia (bovina, suina e avicola).

“Non salveremo il pianeta non mangiando carne” – commenta Ettore Capri, Professore Ordinario di Chimica Agraria, Università Cattolica del Sacro Cuore. “Le emissioni di gas serra relative alla produzione zootecniche (carne, latte e uova) pesano per il 14% di tutte le emissioni, di cui solo il 10% attribuibile alle carni bovine, suine e avicole (sono dati della FAO). Generalmente si omette di dire che il 65-70% deriva dai combustibili fossili utilizzati per i trasporti e per produrre energia”.

Per di più, l’Italia vanta uno dei modelli zootecnici più sostenibili del pianeta anche grazie all’impegno nel promuovere le buone pratiche. “La sfida delle produzioni zootecniche è diventata quella di “produrre di più con meno risorse” – sostiene Giuseppe Pulina, Professore Ordinario di Zootecnica Speciale all’Università di Sassari e Presidente di Carni Sostenibili. “L’obiettivo che il settore delle carni deve affrontare, oggi, è quello di una maggiore offerta “sostenibile” che sappia garantire una produzione efficiente, attenta all’ambiente e al benessere degli animali, degli allevatori e di tutti coloro che partecipano alla creazione del valore delle filiere italiane.”

"Il ruolo della carne e delle proteine animali, all’interno di una dieta sana ed equilibrata, è essenziale in ogni fase della vita: dalla gravidanza della donna, alla crescita dei bambini fino alla terza età per mantenersi in forza e attivi” - aggiunge Elisabetta Bernardi, Nutrizionista, Biologa con specializzazione in Scienza dell’Alimentazione, Docente Università di Bari. “I consumi italiani pro capite sono sotto la soglia di rischio dei famosi 500 grammi di carne a settimana”.

Intanto si assiste al dietrofront dei vegani. Secondo dati Eurispes, dal 3% 2017 sono scesi allo 0,9% 2018. La scelta di rinunciare alla carne crea infatti scompensi nutrizionali, soprattutto nelle categorie più fragili della popolazione, bambini ed anziani. “Basta fare un excursus della storia dell’alimentazione umana fin dagli albori della storia dell’uomo – chiarisce il prof. Pulina- per capire quanto la carne sia un nutriente fondamentale ed indispensabile. La modificazione della dieta e della cottura dei cibi sono infatti due elementi fondamentali dell’evoluzione umana. Dopo la scoperta del fuoco, è stata proprio la dieta carnivora a confermare il primato della nostra specie su altre, consentendoci uno sviluppo fisico e cerebrale senza pari, rispetto agli altri mammiferi.”